Miguel Serrano spiega nel suo libro (Adolf Hitler l’ultimo Avatara) che molti dei grandi massacri e omicidi di massa nella storia furono organizzati come sacrifici rituali ebraici. Un esempio è il massacro nella foresta di Katyn o il sacrificio dei leader nazisti di Norimberga.
Per la mentalità razionalista dei nostri tempi, imposta dal giudeo a beneficio proprio, sembrerà assolutamente impossibile, invenzione di fanatici deliranti, attribuire a quel popolo civilizzato l’esecuzione di sacrifici e torture rituali. Disgraziatamente, la storia ci comprova la loro esistenza. Ci sono numerosi esempi. Dai tempi biblici, dallo stesso Abramo. Anche la Bibbia ci racconta il massacro di settantamila siriani. Esther si trasforma nella concubina del Re persiano ed ottiene, in questo modo, di fare assassinare tutti quelli che si oppongono ai giudei. Questa non fu una battaglia vinta, bensì un tradimento crudele e codardo. In ricordo di esso, i giudei celebrano la loro festa del Purim, tra febbraio e marzo di ogni anno, con qualche altro sacrificio, o crimine rituale, che assomigli a quello antico. A Norimberga, prima di morire, Julius Streicher grido ai suoi boia: “Oggi e festa di Purim”. Ed, in verità, chi abbia visto le fotografie dei leader hitleristi morti, potrà notare che molti di essi appaiono sgozzati. II Generale Keitel ed altri mostrano i segni del coltello sacrificale sui loro colli e sono coperti di sangue, nonostante fossero stati impiccati, secondo l’informazione ufficiale, altrettanto succede a Goering che fu “sacrificato” anche dopo essersi tolto la vita, suicidandosi.
Alcuni dei sacrifici di Norimberga, nel rito sacrificale del Purim, l’assassino dei palestinesi nei campi di profughi del Libano, corrisponde allo stesso rituale, come il massacro di Katyn in Polonia. E tanti altri. Può vedersi che è stato tagliato il collo alle vittime, per dissanguarle. Goering fu sacrificato dopo il suicidio.
II massacro di siriani negli accampamenti di rifugiati del Libano ha lo stesso marchio atroce e sadico. Ed anche l’assassinio dell’ufficialità polacca nel bosco di Katyn, realizzato dai commissari giudei sovietici. La base psicologica dei crimini rituali si trova nell’idiosincrasia giudea, crudele, sadica, vendicativa, in quello stile orientale semitico che la caratterizza. La base ideologica si trova nel Demiurgo. II loro Dio crudele e geloso, giustifica tutti i tradimenti e crudeltà effettuate su i non giudei, i goym. Egli benedice il suo popolo nelle più sporche azioni. “Bisogna assassinare i migliori tra i cristiani”. I giudei mangiano solo la carne degli animali che sono stati sacrificati nel loro stile tradizionale: sgozzati e dissanguati. In tutte le città dove vivono possiedono mattatoi propri. I loro macellai compiono il rito. Anche qui in Cile, malgrado sia difficile trovare macellai tanto crudeli che siano disposti ad assassinare in questo modo gli indifesi animali. Ma il giudeo odia l’animale, tanto quanto i non giudei che considera animali, precisamente. Perciò, in quell’altra festività tremenda e rituale del Passover, o Passah, assassinano bambini non giudei ed anche uomini e donne, come se fossero animali, sgozzandoli e dissanguandoli, come i loro capi di bestiame. II Passover celebra un altro assassinio collettivo realizzato dagli ebrei in Egitto, posteriormente all’amministrazione di Giuseppe.
A Norimberga e nei campi di rifugiati palestinesi si combinò il Purim col Passover:
un grande mattatoio giudeo. Si ha bisogno del sangue, dello scorrere del sangue ariano o semita, purché non sia giudeo, per alimentare il Golem Jehova.
Ho visto nella città di Lugano, in Svizzera, giovani rabbini muoversi per i quartieri dove si trova la Sinagoga e negli eleganti ghetti in cui vivono oggi volontariamente, perché essi sono i padroni reali della città. II loro aspetto strano, di “dissanguati”, di un colore latteo, con labbra purpuree e prognatiche, davano l’impressione che non fossero vivi, di incubi, di pensiero-forme, prodotti di una mente malaticcia, macabra. Vestivano di nero, come lo facevano fino a tempi recenti, imitandoli, i curati cattolici.
Oggi ormai non si vestono cosi, stanno cambiando l’abito rabbinico con quello del giudaismo marxista, con l’uniforme delle formiche di Mao Tse Tung.
II giorno del Perdono giudaico, la loro Pasqua, niente ha a che vedere con un perdono centrifugo. Si riferisce a loro stessi. Alcuni perdonano gli altri. Jehova perdona loro i crimini commessi coi goym. Possono cominciare ormai di nuovo. Nonostante la grande attenzione che i giudei pongono affinché i loro crimini rituali non si scoprano, ci sono numerose prove attraverso i secoli. L’inquisizione li ha catalogati scrupolosamente nei suoi archivi. E ci sono disegni ed incisioni d’epoca che li mostrano. Nel 1509, in Ungheria, a Bosinger si riprodusse un’incisione con un rituale del Passover, e nella città di Konitz, I’ll marzo del 1900, un crimine di Purim. II primo, realizzato su un bambino goym ed il secondo, nella persona di Ernst Winter. Le incisioni fanno apparire un bambino nudo su una tavolo sacrificale, mentre un gruppo di quattro giudei stanno succhiandogli il sangue attraverso tubi incrostati nelle sue ferite.
L’altro e il disegno di un uomo sgozzato e sostenuto a testa in giù da tre individui, mentre il sangue scivola dentro un recipiente. Nel 1932, il giudeo Moritz Meyer confesso l’assassinio, secondo il rituale del Purim, di Martha Kaspar. Fu condannato a soli 15 anni di prigione. Dopo la sconfitta nell’ultima guerra, diversi tedeschi hanno sofferto questi supplizi. In Spagna, Ramon Bau e Jose Hernandez hanno scritto su questo tema proibito.
Nel 1905 Nilus credeva che stessimo già negli ultimi tempi delle profezie, che stessero realizzandosi i piani rabbinici; perché il serpente aveva chiuso quel cerchio fatidico. In realtà, mancava molto poco. Nilus scriveva: “Non ci possono essere dubbi. Con tutto il potere e terrore di Satana, il regno del Re trionfante d’lsraele si avvicina al nostro non rigenerato mondo. II Re nato dal sangue di Sion si avvicina al trono del potere universale”. C’è un simbolo che lo segnala. I giudei stanno già cambiando il candelabro di 7 bracci con quello di 9. Tanto sicuri si sentono che il giudeo Herbert Hillel Goldberg, editore di un bollettino, “Haschiwanu (“II Regresso”), edito in tedesco, annuncia l’Endzeit, cioè, la fine del tempo, ed usa il candelabro di 9 bracci come sua insegna. Hanno ritrovato ormai le due tribù perse in Sud-America, quelle che annuncio giubilante il marrano Menasseh ben Israel. Ne mancano ancora. E tutte ritorneranno col loro Messia, caricatura di Kalki e della Wildes Heer, di Wotan. Come stiamo vedendo, lungo tutta quest’opera, i giudei cercano di appropriarsi dei simboli e dei miti iperborei, distorcendoli e vivendoli anche essi con il loro anti-sangue; ma alla rovescia. Nella schiena della luce, come l’ombra che qui proiettano gli Dei Bianchi.