Miguel Serrano su Julius Evola e Carl Gustav Jung

Miguel Serrano su Julius Evola e Carl Gustav Jung - tratto dal libro Adolf Hitler, l'ultimo AvataraEvola parla di una cospirazione mondiale, che superà il giudaismo e che comprenderebbe elementi non umani. Menziona un principe delle tenebre. Ed in ciò ha ragione. Perché che cosa sono gli archetipi junghiani dell’inconscio Collettivo? Sono entità inumane. Gli antichi li chiamarono demoni e Dei. È la memoria del sangue, per meglio dire, una memoria che circola nel sangue, che opera sulla terra per mezzo del sangue. Non c’è nulla di più misterioso del sangue. Paracelso lo considerava una condensazione della luce. Io credo che il sangue ariano, iperboreo, lo sia, ma non della luce del Sole d’Oro, di un sole galattico, bensì della luce del Sole Nero, quella del Raggio Verde. Non è l'”archivio della luce di Akasha”, bensi di un altro universo. L’archivio akashico appartiene al Nemico. Penetrando la Memoria del Sangue Iperboreo si risveglia la Voce e si recupera il Vril, potendosi rompere il Cerchio dell’Eterno Ritorno. E per questo che gli ariani dell’India Kshatriya brahamanica e dell’Hitlerismo Esoterico cercarono di conservare la purezza del sangue, per “ricordare” meglio e vincere nella Grande Guerra. Altrettanto fanno i giudei, all’estremo opposto con il loro “antisangue”.

Si comprenderà così che non c’è possibilità d’intraprendere il combattimento contro il Signore delle Tenebre se non si conserva quella purezza di sangue per mezzo del razzismo biologico, pagano, che Evola e i tradizionalisti, per ignoranza dei reali termini del conflitto – anche volendo dire la stessa cosa – rifiutano. II vero razzismo esoterico era quello di Hitler, beninteso, e non il loro. II razzismo di Gunther, di Rosenberg e delle SS iniziatiche. In una parola, il razzismo germanico.

Come abbiamo visto, con la stessa espressione di “razza ariana” è stato detto tutto. Perché questo termine è esoterico, riferendosi ad un’iniziazione che permette all’uomo di nascere di nuovo, per la seconda volta. II nome “razza ariana” fu scelto e adottato da Hitler. E dall’induismo nell’antichita.

Le SS stavano conformando veicoli razziali propizi affinché l’archetipo iperboreo dell’Inconscio Collettivo Ariano potesse esprimersi. Facendo rinascere questi veicoli, l’archetipo avrebbe potuto incarnarsi qui giù. Erano i Sonnenmenschen, gli Uomini-Sole, i superuomini, gli uomini-dio, l’uomo-totale, l’uomo-mago. La nuova aristocrazia della razza ariana e non quell’aristocrazia tradizionale degenerata che Evola fa sua e difende (mi dichiaro che non era fascista ne hitlerista e che il suo ideale era Metternich). Formando qui il veicolo di sangue puro, il prossimo passo consisterebbe in un patto di magia bianca con l’Archetipo Iperboreo, un’evocazione o invocazione che renderebbe possibile la sua “incarnazione” nella totalità del popolo ariano, veramente eletto. Una volta raggiunto questo stadio non è possibile ormai quella dicotomia di una “razza del corpo” senza “razza dello spirito”, o senza “razza dell’anima”. Questo viene solamente a prodursi nello stato attuale delle cose, in questo caos razziale, in cui è valido l’esempio tratto a colazione da Evola della “razza del corpo” olandese e danese, che manca di orizzonte e destino, perché non possiede “razza dell’anima” né “razza dello spirito”. Questo esempio non ha rilevanza nella società hitlerista, in cui l’Archetipo dell’Inconscio Collettivo, ariano-iperboreo stava incarnandosi (dovendo raggiungere anche l’Olanda e la Danimarca). II mio sospetto è che all’Hitlerismo Esoterico mancò il tempo per realizzare il Patto di Magia Bianca, di rinnovare quel patto antico con il Dio Archetipico Iperboreo, l’autentico Signore degli Eserciti.

Miguel Serrano

Comprese così le cose, si capisce che è superflua tutta quella argomentazione “tradizionalista” contro una concezione biologica o materialista inesistente. L’assunto è profondamente spirituale, metafisico, essendo in relazione con l’incarnazione di un Archetipo Iperboreo sulla terra, tra di noi. Jung psicologizzo obbligatoriamente, già l’abbiamo detto, un mistero antico: del Tulku, del Boddhisattva, dell’ Avatara. Ma Jung ci aiuta a comprendere ed a penetrare il Mistero. È stato l’unico del nostro tempo a riferirsi ad Hitler in quel modo, sebbene dopo la guerra, che anche egli perse, abbia voluto smentirsi, facendo dimenticare ciò che disse con dichiarazioni contraddittorie e poco felici. Meglio sarebbe stato serbare il silenzio.

Non c’è maniera di intendere la grande guerra senza scalare verso queste posizioni, raggiungendo queste distanze con l’analisi. Da li, inoltre si può sapere da che parte stiamo. E se abbiamo scelto bene o male, ammesso che qui ci sia la possibilità di una scelta cosciente.

Quando Hitler affermo che “la razza dello spirito (l'”allevamento razziale”) era più solida e duratura di una razza puramente biologica”, ponendo come esempio lo stesso giudeo – “il piu lontano degli animali sulla terra” -, forse stava riferendosi a quella stessa cosa, a quel “Patto” che egli non arrivò a realizzare pienamente: “La mancanza di tempo non ci ha permesso di realizzare pienamente i nostri sogni e per la stessa cosa, i risultati di questa guerra saranno conseguenti” (si veda “II Cordone Dorato”). Non pote fare di più che vincere perdendo, per ora.

Lo ripetiamo, disgraziatamente Julius Evola non comprese il favore enorme che Jung faceva all’uomo ariano con la sua concezione dei due Inconsci Collettivi, gli strumenti preziosissimi che aveva offerto all’Hitlerismo Esoterico. Neppure comprese l’Hitlerismo Esoterico. Forse, fu troppo vicino all’Avatara nello spazio, oltre che nel tempo. Era tanto grande l’energia che emanava dal suo vortice, che l’adorazione o il rifiuto si rendevano possibili, mai l’indifferenza. Sono necessari umiltà e distacco volontari dall’io per poter essere un seguace incondizionato del Fuehrer Prinzip, concezione essenzialmente ariana e che emerge soltanto dal piu profondo della “memoria del sangue”. Evola fini col rifugiarsi nella distanza del tradizionalismo integrale e di un aristocraticismo di classe più che di razza.

I giudei, al contrario, com’era logico, compresero all’istante il pericolo che implicava la concezione junghiana. Non potendo disfarsi di Jung, lo emendarono, d’accordo con i suoi familiari e discepoli, facendo sparire dalla sua opera la teoria dei due Inconsci Collettivi, in modo che ormai non si sarebbe piu ritrovata. A causa della menzione che si fa nel libro del professor McGuire, “Jung Speaking”, in cui si riproducono le interviste nelle quali si riferisce ad Hitler, quest’opera non fu pubblicata dagli editori di Jung a Londra. In quel libro si da grande spazio alle mie conversazioni con il professore svizzero.

Allo stesso modo in cui Toynbee aveva trovato una spiegazione per la nascita della civiltà storica nella concezione junghiana degli archetipi, anche questa potrebbe servire a penetrare il Mistero della corruzione e perdita di Paradesha, dell’Iperborea Polare, dell’Eta Dorata e del Crepuscolo degli Dei ariani. Dobbiamo cosi risalire meglio alla visione platonica, ricordata da Weininger nel riferirsi al giudaismo.

II mondo perfetto delle origini corrispose e corrisponderà all’espressione in un punto determinato dell’Universo, in un modo simultaneo, ubiquo, di un Dio della Luce del Sole Nero. Più probabilmente degli Dei del Raggio Verde, perché gli stessi uomini erano Dei. La razza iperborea, discesa o caduta dall’aldilà degli astri, attraverso una Stella. Le più antiche tradizioni, leggende e miti si riferiscono ad un combattimento che si sarebbe realizzato fuori di questo mondo (Nicolas Berdiaeff parla di un “Prologo alla Storia Terrestre”) e ci si dice perfino che il Gral sarebbe la Pietra caduta dalla Corona di Lucifero, rotta nel suo combattimento stellare (Otto Rahn). Lucifero, cosi, sarebbe stato uno di quegli Dei della Luce del Sole Nero, significando il suo nome Luce Più Bella, esattamente, Luci-Bel, come lo chiameranno i Catari.

Sarebbe entrato dalla Stella del Mattino, Venere, Oiyehue, come gli araucani chiamavano questa Stella. La falsificazione che è stata fatta nella Genesi e nel cristianesimo ci presenta Lucifero come ciò che non è. Anche qui non posso accettare la concezione evoliana dei titani, che fa apparire Prometeo e Lucifero, i giganti dei tempi antichi, come protagonisti di una ribellione malefica. È la concezione giudaica, che i giudei hanno fatto trionfare, con la loro interpretazione della lotta di Davide e del gigante Golia, che, senza dubbio era un ariano amorita, un essere nobile e ingenuo.

Così come c’è un Archetipo Iperboreo, un Dio del Sole Nero, c’è anche un Caos. Un Signore delle Tenebre galattiche, che trascina verso il nulla e che, nei mondi paralleli, ingaggia la sua Grande Guerra contro i Figli della Luce Iperborea. Qui sulla terra l’ha fatto attraverso i suoi seguaci, avvalendosi dapprima di ciò che si chiamerà sconfitta e caduta. La sconfitta degli “angeli che s’innamorano delle figlie degli uomini”, dell’animale-uomo, dell’essere esclusivamente terrestre. E` questo il “peccato originale”. Un Peccato Razziale.

Il sangue perde la sua purezza, e, nel perderla, cessa di essere il veicolo più appropriato affinché l’Archetipo degli Uomini-Dei, dei Divini Iperborei, possa esprimersi pristinamente. Ecco la sconfitta, l’inizio della perdita di Paradesha, di Avalon, di Thule, dell’Iperborea Polare. I Divini arrivati sulla terra, come sconfitti in un combattimento stellare, o come colonizzatori, gli angeli di cui ci parlano il Libro di Enoch e le piu vecchie saghe irlandesi e nordiche, i Tuatha de Dannan, i Nephelim della Genesi, i Vani, gli Asi, i Korava, i Pandava dell’induismo ariano, che insegnano le arti della civiltà ai figli degli uomini, soltanto attraverso il loro sangue puro avrebbero potuto continuare ad essere in contatto con l’Archetipo iperboreo del loro Signore, del loro Re, o Führer, extra-cosmico e mantenere limpida la loro memoria tra di essi, eternamente viva. La mescolanza rende impuro questo sangue ed obnubila quella memoria.

Le guerre di cui ci parlano gli Edda ed il Mahabharata, forse furono guerre punitive, di castigo di quelli che avevano trasgredito la legge razziale divina, guerre dei Vani contro gli Asi, dei Korava contro i Pandava. Della Razza Solare contro la Razza Lunare, dei Suryavansa contro i Chandravansa.

II Signore delle Tenebre, il Principe delle Ombre, il Nemico della Luce, il Rappresentante del Caos, ha trovato il modo di disintegrare il Cosmo Iperboreo, trascinando i divini alla mescolanza con le figlie della terra, con l’animale-uomo. Ecco il giudeo.

Ed ecco la Grande Guerra dei Mondi, che non avrà fine. Guerra di Siddha Iperborei e di Demoni. L’incarnazione del Signore delle Tenebre non si compie attraverso una razza, bensì un’antirazza e una controiniziazione, per usare un’espressione di Rene Guenon. Questa antirazza, tuttavia, pratica una politica, scientifica e saggia, assolutamente rigorosa, in modo che al cospetto di essa le disposizioni razziali hitleriste diventano un gioco da bambini. In ogni caso furono di applicazione recente, mentre i giudei le vanno praticando da millenni, come un codice religioso razzista dettato dal loro Archetipo e confermato in un Patto di Magia Nera, che comprende sacrifici sanguinosi, come miglior modo di arrivare a rendere effettivo questo Patto. La comunicazione si mantiene spedita nell’antisangue grazie ad alcune misteriose disposizioni “eugenetiche” e “razziste”. È così l’antireligione di un antisangue. Un’oscura teo-etnologia.

Vedi anche: Miguel Serrano su Carl Gustav Jung e Adolf Hitler

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